La caratteristica più importante dell’articolazione  gleno-omerale è da un lato la sua capacità di stabilizzare con precisione la  testa omerale nel centro della glena e dall’altro consentire un ampio arco di  movimento questo equilibrio fra stabilità e mobilità viene realizzato con una  combinazione di meccanismi peculiari di quest’articolazione quando vengono meno  uno o più di questi meccanismi allora si instaura un quadro d’ instabilità. 
L’instabilità gleno-omerale è quindi l’incapacità a  mantenere la testa omerale centrata nella fossa glenoidea. L’instabilità può  essere idiopatica e multidirezionale o postraumatica sia occasionale episodica  o recidivante quando si manifestano più episodi di lussazione e/o sub  lussazione in una piccola percentuale di casi si tratta di instabilità  idiopatica e quindi spesso multidirezionale che si avvale del solo trattamento  fisioterapico eseguito da personale esperto e per lunghi periodi consistendo in  un potenziamento muscolare specifico dei rotatori e della spalla in toto 
nella maggior parte dei casi invece si tratta di instabilità  postraumatica quindi un primo episodio di lussazione in seguito a trauma che  poi genera uno stato di instabilità dinamica della spalla e quindi spesso  episodi successivi anche con movimenti banali i pz in genere sono giovani con  attività fisica e richiesta funzionale elevata pertanto in questi pz va  accuratamente valutata la corretta indicazione chirurgica in quanto andranno  considerati alcuni parametri come ad esempio la superficie glenoidea residua  soprattutto in quei casi di episodi ripetuti di lussazione la posizione e la  profondità della lesione di Hill Sachs e poi la tipologia del pz e la sua  richiesta funzionale perchè ad esempio un pz molto giovane (18/26 aa) con  attività sportiva da contatto è ad elevatissimo rischio di recidive pertanto  sarà necessario considerare la possibilità di intervento di capsuloplastica  anteriore secondo Laterjet un pz meno giovane che abbia subito numerosi episodi  di lussazione ma che conservi ancora una buona glenoide e che non abbia più  richieste funzionali elevate può essere trattato con un intervento di  capsuloplastica in artroscopia in conclusione le variabili da considerare per  il trattamento di questa patologia sono numerose ma vanno attentamente  considerate per il successo terapeutico altro capitolo poi è rappresentato  dall’instabilità nel pz anziano in seguito a rottura massiva di cuffia in  seguito ad episodio di lussazione dove l’instabilità purtroppo non è più possibile  trattarla con la capsuloplastica in quanto i tessuti molli (tendini muscoli e  legamenti)sono irrimediabilmente compromessi e quindi vengono meno quei  meccanismi di stabilizzazione dinamica dell’articolazione pertanto il  trattamento chirurgico non può essere che la sostituzione protesica  
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